Rock'n'roll mick
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Recensioni Dopo tutti questi anni + Non disperdetevi

Vinile

Michele Neri – gennaio 2025 n. 47

E da un po’ di tempo sono aumentate le realizzazioni di vinili in 10”, appunto i famosi 25 centimetri di settant’anni fa. Lo ha fatto Michele Anelli, uno dei migliori rocker di casa nostra con il suo nuovo progetto intitolato DOPO TUTTI QUESTI ANNI che comprende oltre al vinile due Cd, uno con il medesimo contenuto e uno, intitolato NON DISPERDETEVI, con altre registrazioni, mix e versioni alternative. I sedici brani sono stati registrati da Anelli in quartetto assieme a Cesare Nolli, Paolo Legramandi e Nik Taccori e rappresentano bene l’anima rock di Anelli che però non rinuncia mai al gusto per la ballata polverosa. Anche un accenno beat nella opening track Non disperdetevi, presente in un missaggio diverso nel secondo Cd. Anche Dopo tutti questi anni e Come
stai?, dagli echi garage, sono presenti in un’altra veste nella seconda parte. Le note di copertina non lo specificano, ma dall’ascolto sembrerebbe che le registrazioni, allo Streetcore Studio di Talonno di Invorio, siano avvenute in presa diretta, il groove è ottimo e anche l’azzeccato missaggio, nonché il master del mago Giovanni Versari, fanno propendere per una ruvida sessione live in studio. In ogni caso complimenti ai quattro musicisti.

Mescalina

Laura Bianchi – 10 gennaio 2025

https://www.mescalina.it/musica/recensioni/michele-anelli-dopo-tutti-questi-anni-e-non-disperdetevi

Metti la prima canzone, Non disperdetevi, tratto dall’album Dopo tutti questi anni, e già capisci dove vuole andare a parare il cantautore stresiano Michele Anelli, che prosegue da decenni sulla strada della coerenza: chitarre infuocate, cori che evocano sterminate autostrade, un bridge da London Calling, sound che riecheggia i favolosi Sixties, e un titolo che è poi quello dell’altro disco, Non disperdetevi, appunto, pubblicato qualche mese dopo, in modo da suggerire un dittico tutto da gustare e ascoltare con attenzione. Ma i due titoli, e i due ascolti, possono anche essere invertiti cronologicamente, perché la compattezza del messaggio è chiara, ed è inversamente proporzionale alla varietà dei timbri e dei toni che vengono proposti in queste canzoni.
Metti la seconda canzone, ed è ancora più chiaro: Come stai?, ci chiede provocatoriamente Anelli, aggiungendo versi che potrebbero essere condivisi da chiunque abbia raggiunto la sua età, ma che possono interpretare il sentimento di quanti possiedono una testa e un cuore: “E quello che rimane / sono lacrime e canzoni / un calendario senza feste / un amore differente / rifare tutto cinque volte /stare in mezzo alla gente”.

Prosegue così l’ascolto, e a questo punto si comprende ancora meglio il motivo della sensazione eccitante che nasce da esso: oltre alla voce rockeggiante di Anelli, è significativo l’apporto da pelle d’oca dei The Goosebumps bros.Cesare Nolli alle chitarre
elettriche, Paolo Legramandi  al basso elettrico e Nik Taccori, batteria e percussioni. Il power trio, forte di esperienze con altri rocker e bluesmen, accende ogni brano di ritmi articolati e ricchi di echi, dal punk rock di A cantare si resta un po’ soli, con tanto di citazione strummeriana (“Il futuro non è scritto”), alla psichedelia di Un coro dentro la mia gola, al cantautorato elettrico della coinvolgente, dolente Genova Duemila e Uno, (Uno è Carlo Giuliani), dai versi ficcanti (“ma da quella porta un diluvio di rabbia/  tutto il cielo ha cambiato colore / nella notte il nero dolore/  dentro le stanze, lungo le scale / Luglio il mare Genova non riesco a dormire / luglio il mare Genova non dimenticare”. Per concludere, ecco la chicca del garage mix di Non disperdetevi, a sottolineare la struttura ad anello dei due dischi, che contengono anche nuove edizioni di due canzoni già note, Libertà e Amore, e Cantare la tua voce, tratte dallo spettacolo Libertà e Amore e dal cd omonimo del 2023, oltre a Non sono Nessuno, dedicata alla vicenda di Jerry Essan Masslo, rifugiato sudafricano in Italia, assassinato nel 1989 da una banda di criminali.

Finisci di ascoltare i due dischi, e ti viene voglia di rimetterli, perché l’energia che hai assorbito crea dipendenza; intanto, Anelli canta: “Ricomincio da chi, ricomincio da cosa / ricomincio da te / scrivo, canto e strimpello / e cambio giornata“. Continua a cantare e strimpellare, MicheleStrummer. E fatti sentire anche dal vivo.

Rootshighway

Fabio Cerbone – 30 ottobre 2024
https://www.rootshighway.it/italy/anelli_nondisperdetevi.htm

Sulla rete: mickanelli.bandcamp.com File Under: resistenza rock

È una lunga storia di “militanza” musicale, di passione e ostinata indipendenza quella che contraddistingue Michele Anelli, cantautore rock si sarebbe detto un tempo, senza sembrare fuori posto. Due album arrivano in contemporanea a chiudere in qualche modo un cerchio, segnando un percorso che affonda le radici negli anni Ottanta degli Stolen Cars, prima formazione garage punk con cui ebbe inizio l’avventura di Anelli, passando attraverso i Groovers, roost rock con Joe Strummer nel cuore, e arrivando infine alla maturità di questi ultimi anni, anche con la scelta di cantare in italiano.

La svolta sonora è stato l’incontro con i Goosebumps Bros., collaborazione che già impreziosiva l’interessante Sotto il cielo di Memphis, ispirato al viaggio americano presso i leggendari Fame studios di Muscle Shoals in Alabama. Il contributo della band, attiva anche in proprio e già apprezzata al fianco di Maurizio Glielmo “Gnola” e Big Daddy Wilson, prende oggi una strada rock di grande impatto, producendo la bellezza di sedici brani suddivisi su due dischi, che sono anche un messaggio dell’uomo e del musicista Anelli: Dopo tutti questi anni e Non disperdetevi. Uno sforzo produttivo notevole, che prevede anche una versione del primo album in vinile 10 pollici, oltre a presentare all’interno della scaletta del gemello Non disperdetevi tre mix differenti di episodi presenti in Dopo tutti questi anni, a cominciare dall’omonima, intensa ballata elettrica introduttiva. Non disperdetevi ritornerà, infatti, alla fine del viaggio con una più burbera versione garage beat.

Al di là di queste annotazioni tecniche, quello che convince è l’animosità del gesto musicale di Anelli con i Goosebumps e la perfetta simbiosi con i temi delle canzoni: confessioni dirette, a volte pensate come un grido di battaglia (Genova duemila e uno, Ricomincio da chi, La tensione salirà non si ritraggono certo dal messaggio sociale e politico che ha spesso animato la scrittura di Anelli), ma anche una presa di coscienza amara dei propri sogni infranti, eppure da mantenere vivi nella propria esistenza, testimoniando tutto ciò con le scelte personali. Difficile non cogliere questa irrequietezza e queste tensioni passando in rassegna brani come A cantare si resta un po’ soli, Un coro dentro la mia gola o la stessa Dopo tutti questi anni, notevole ballata rock dal timbro stradaiolo.

Le chitarre di Cesare Nolli e dello stesso Michele Anelli emergono in tutto il loro efficace intreccio, suonano davvero magnificamente “sporche” e la produzione dall’attitudine live è uno dei punti a favore del doppio lavoro, mentre la sezione ritmica formata da Paolo Legramandi e Nik Taccori scandisce un ritmo serrato figlio dei Clash che incrociavano dub e rock’n’roll (la pulsante Come Stai?, Non sono nessuno), così come del folk rock di Billy Bragg e di quelle tinte soul che Anelli ei Goosebumps avevano già dimostrato di saper sviluppare nei precedenti lavori solisti.

Dopo tutti questi anni… Non disperdetevi: ora il messaggio si può ricomporre in un unico moto di speranza, nella convinzione che la strada percorsa non sia stata percorsa invano.

Rumore

Manuel Graziani – dicembre 2024 n.395

Michele Anelli festeggia 60 anni anagrafici e dieci anni di discografici da solista facendosi, e facendoci, un doppio regalo. Due album con titoli che compongono una frase in senso compiuto, anche invertendoli. Dopo Tutti Questi Anni è disponibile sia in cd che in vinile da 10”. Non disperdetevi solo su cd. L’ex-The Stolen cars e The Groovers, armato di Rickenbacker 620, porta avanti un originale percorso di cantautorato rock, sociale e poetico, profondo e politico, Paisely Undergound e beat (Non disperdetevi). Psichedelia e armonia (vogliamo il meglio che c’è). Johnny Cash e Lucio Battisti. I Gang (Ricomincio da chi) e Billy Bragg cresciuto i zone d’alpeggio (Cantare la tua voce). Canzoni degne di essere chiamate tali, dure ed evocative, che sorpassano a sinistra il correre del tempo e ti abbracciano. Forte.

Blow Up

Federico Guglielmi – gennaio 2025 n.320

Michele Anelli è un innamorato della musica e in particolare del rock’n’roll, uno spirito libero, un sostenitore di cause giuste e dunque da difendere e propagandare. Dopo decenni di esperienze e di dischi con Stolen Cars, Groovers e solistiche, per le sue sessanta primavere il cantante, chitarrista e songwriter piemontese ha voluto farsi un regalo speciale: due album acquistabili su Bandcamp, uno dei quali pubblicato in vinile formato 10” e non solo in cd, che riassumono in quattordici canzoni più o meno nuove – ma tre sono presenti in entrambi, in versioni diverse – una vicenda notevole per impegno, passione e coerenza. Non è dato a sapere perché Anelli abbia optato per questa struttura atipica., né il criterio di suddivisione del materiale disponibile, ma questo importa poco; basati si chitarre, basso e batterie, e interpretate con toni che a volte ricordano Lucio Battisti (Libertà e Amore il caso più evidente) i brani mescolano folk-rock, Sixties e rock’n’roll con un occhio rivolto all’America e l’altro all’Italia (non fosse altre che per i testi ,ora impegnati ora personali), con qualche apertura (un buon esempio sono gli umori black di Non sono nessuno) e un mood in bilico tra orgoglio e disillusione. Alcune sono riuscitissime – specie le due title track, una lenta e riflessiva e l’altra vibrante di vivacità beat – a e altre possono risultare meno incisive, ma dall’intero programma prorompono freschezza e purezza, di ispirazione e di intenti.

Buscadero

Claudio Giuliani – Buscadero n.482 dicembre 2024

Torna a farsi vivo Michele Anelli e lo fa disseminando una manciata di canzoni che hanno sapore di freschezza, con richiami sonici punteggiati di beat che evocano l’età dell’innocenza; innocenza che non va confusa con ingenuità, ma che include la cognizione e coscienza critica dei nostri giorni.

La storia di lunga durata di Michele Anelli sulle strade del rock‘n’roll si manifesta con un doppio cd (e un vinile 10”) che ci dispensa per festeggiare l’approssimarsi dei 35 anni trascorsi imbracciando una chitarra e incrociando mille esperienze sonore.

Quella di Michele è una storia irrequieta, una storia d’argento vivo e senza nessuna resa; negli anni ottanta, dopo l’esperimento della fanzine Fandango e in radio locali avverte la voglia di spendersi in prima persona e forma i Stolen Cars, un gruppo garage punk, con il quale pubblicherà due dischi. Ma il salto in alto arriva nel 1989 quando fonda i Groovers occupandosi sia di musiche che di testi e con i quali pubblica nell’arco di quasi vent’anni sette album cantati in inglese affiancato da Paolo Montanari alle tastiere ed alla fisarmonica oltre a molti musicisti che si sono susseguiti in formazione (tra i quali ricordiamo Davide Buffoli alla chitarra). All’epoca è stata una scelta per certi versi esplosiva con uno stile musicale che si ispirava alla tradizione rock&roll con una forte componente di roots rock.

Era l’era delle telecaster e di un baule con dentro il Bruce dei momenti d’oro, John “Cougar” Mellencamp, i Del Fuegos, i Clash, John Fogerty & Woody Guthrie, Billy Bragg & gli Eels e un’intera distilleria di orizzonti in periferia e una prestante componente combat rock; September Rain (1997) è un disco certamente da menzionare.

Nella primavera del 2007 debutta come scrittore, pubblicando il libro, Siamo i Ribelli – storie e canti dell Resistenza Italiana per Selene Edizioni con in allegato un cd di canti resistenziali rivisitati, seguito nel 2013 dal volume intitolato Radio Libertà, dalle radio della Resistenza alla resistenza delle radio (Vololibero editore). Entrambi i libri sono stati, dal 2007 al 2017, parte integrante di spettacoli dal vivo incentrati sulle tematiche trattate nelle due pubblicazioni. Contemporaneamente nel 2013 c’è la scelta di cantare in italiano con la pubblicazione in condivisione della band pavese dei Chemako dell’album Michele Anelli & Chemako, a cui seguirà Giorni Usati. Arriverà poi un libro di narrativa sul mondo femminile La scelta di Bianca. Susseguono una manciata di dischi aventi per tema il lavoro & decadimento, il vissuto e respiri di disagio. Del 2020 il libro scritto insieme al giornalista e scrittore Gianni Lucini Ho sparato al domani e nel 2021 Sotto il cielo di Memphis pubblicato in formato Lp e cd e suonato con una nuova band, Goosebumps Bros che ritroviamo anche in questa nuova fatica.

E arriviamo ai nostri giorni: due cd che non sono altro che due episodi che si avvicendano legati da un filo rosso narrativo dove Michele Anelli (voce, chitarra acustica e armonica) affiancato dai Goosebumps (Cesare Nolli – chitarra, Paolo Legramandi – basso e Nik Taccori – batteria) ci propone quattordici nuovi brani regalandoci attimi di freschezza e reminiscenze d’innocenza “beat”, con un’urgenza espressiva ubriacata di rock’n’roll e spiriti santi del soul, realizzando una bel pretesto di autarchia & resurrezione che (senza rincorrere nostalgie) insegue la salvezza rileggendo le scintille delle “nostre” origini, là dove tutto è partito, riallacciandosi a quell’espressione e trepidazione beat in un amalgama tra rock e impegno sociale. Sono canzoni che suonano decisamente bene, con un ventaglio dinamico ben presente e che supportano testi mai banali: Genova Duemila e “uno” angoscia emotiva con sullo sfondo i funerei giorni neri di quell’anno, le speranze non ancora depennate di Dopo Tutti Questi Anni e di Libertà e Amore.

Cantare La Tua Voce è rialzarsi dopo un inciampo, Ricomincio Da Chi, con i Clash & Woody nelle pieghe delle palpebre, è non arrendersi nonostante le macerie e verità nascoste

Non Disperdetevi: un’esortazione dall’incalzare beat a non cedere alla resa, il pulsare del basso in primo piano di Come Stai? disegna le ansie e i bisogni, La Tensione Salirà delinea alienazioni tra lavoro & vissuto personale che si ritrovano rispecchiandosi in A Cantare Si Resta Un Po’ Soli.

Un Deserto Chiamato Mare e la suggestiva Un Coro Dentro La Mia Gola hanno una dimensione meteorologica beat con sospiri onirici psichedelici, scrollando via muffe e croste imbalsamate dall’omologazione Dopo Tutti Questi Anni …& Vogliamo Il Meglio Che C’è – Bentornato!

Andrea Trevaini4 Stelle Buscadero consigliato

Seguo da molti anni il percorso artistico di Michele Anelli dagli anni ‘90, prima con i suoi Groovers fino al 2008, poi con i Stolen Cars e successivamente, a partire dal 2014, quella solista. Il suo percorso solista è lineare, puro, intriso di rock e soul, tanto da intitolare il suo ultimo disco Sotto Il Cielo di Memphis (2021); ma anche di impegno sociale sui fronti (sempre meno discesi) della Resistenza e delle lotte partigiane; ricordo qui solo lo Spettacolo musicale Libertà e Amore del 2023 ispirato al martirio di 43 partigiani (tra cui una donna) a Fondo Toce.

Ora, dopo un lungo lavoro e un’accurata attenzione ai tempi che stiamo vivendo, Michele Anelli si unisce ai bluesmen Italiani The Goosebumps Bros, cioè: Cesare Nolli (chitarra elettrica), Paolo Legramandi (basso elettrico) e Nick Taccori (batteria), di cui ho recentemente recensito l’ottimo esordio solista, per questo grande doppio cd, vero Manifesto della Resistenza Umana cui siamo ormai tutti sottoposti, accompagnato anche da un vinile.

Già i titoli, oltre alle grafiche di copertina che, oltre a riprendere le copertine dei dischi di Mick, lasciano vedere le scritte (riprese da Woody Guthrie sugli strumenti musicali: “This Machine Kills Fascists”), hanno un richiamo alla Memoria : Dopo Tutti Questi Anni il primo; mentre il secondo è un chiaro invito alla Speranza: Non Disperdetevi, testimoniano il messaggio sociale-umano-politico dell’artista.

Nel primo cd Michele Anelli ripercorre i ricordi del suo percorso artistico, iniziando con il rock deciso di Non Disperdetevi, un vero inno alla resistenza umana: “E non dire che le nostre storie/ sembran tutte sconfitte / ci vuole coraggio…”; Come stai è un’intensa ballata rock elettrica che ci canta del recupero delle cose essenziali della vita: i ricordi e i sogni; mentre La tensione salirà è potente e contiene un crescendo di rabbia che impedisce di riconoscerci. La speranza emerge però nella bella A cantare si resta un po’ soli, dal sound Tex-Mex con twangy guitar, dove emerge catartico il potere della canzone che suggerisce: “Tra noi abbiamo un detto:/ il futuro non è scritto”. Un deserto chiamato mare, su una ritmica reggae-funk, affronta il dramma delle migrazioni che stiamo vivendo, un mare che: “ti dimentica sulla spiaggia / ti abbandona sulla scogliera “. Il disco, dopo altre belle canzoni che invitano a continuare la lotta, si chiude con Dopo tutti questi anni, una grande epica song, un vero anthem, alla memoria di Joe Strummer che ci invita a perseguire il sogno di camminare verso il sole.

Il secondo disco presenta un’alternate version di Non disperdetevi, rallentata e acustica (per poi esplodere in forma garagerock), con bella slide sullo sfondo; Genova Duemila e “Uno” è una ballad sociale-politica quale non si sentiva da tempo e che fa memoria dei fatti Genova che portarono alla morte di Carlo Giuliani e al pestaggio nella Caserma Diaz. Altro drammatico fatto che ci interpella tutti è descritto nella canzone Non sono nessuno, ispirata al tragico assassinio di Jerry Essan Masslo a Villa Literno nel 1989, che portò alla luce il dramma dei migranti sfruttati come bestie.

Dedicate alla Memoria della Resistenza Partigiana sono poi due canzoni tratte dallo spettacolo Libertà e Amore spirato dalla morte della partigiana   Cleonice Tomassetti: Libertà e Amore e Cantare la tua voce. Il disco, dopo due alternate versions di canzoni presenti sul primo disco, si chiude con una domanda esistenziale: Ricomincio da chi in cui vengono ripercorse le stragi Italiane irrisolte, il problema del lavoro sommerso e sfruttato, con un invito a rimettersi in pista con le armi che Mick ha: quelle della canzone di protesta!

I dischi li trovate su: https://mickanelli.bandcamp.com/ oppure tramite richiesta a.spalonuvole@gmail.com; Non lasciateveli scappare.

FreeZone

Gianni Zuretti – 5 dicembre 2024

Michele Anelli festeggia i suoi sessant’anni regalandosi (e regalando) un doppio album di rock autentico, genuino che incarna una riflessione profonda sulla sua lunga carriera e sul significato della resistenza artistica. Accompagnato dagli straordinari Goosebumps Bros. con Dopo tutti questi anni e Non disperdeteviMichele Anelli unisce riflessione personale e critica sociale.
Ognuno dei due dischi inizia con la canzone che dà il titolo all’altro, quasi a generare un ascolto palindromo, peraltro gli stessi titoli degli album possono, in sequenza, essere letti rovesciati e il messaggio non cambia.

CD 1: Dopo tutti questi anni

Il primo capitolo è un viaggio nel tempo, scandito da emozioni forti. La title track, Dopo tutti questi anni, apre il disco con una riflessione sul passato: il brano trasmette gratitudine e nostalgia, sorretto da una melodia semplice, che esalta la profondità della voce di Anelli.  Segue Non disperdetevi, un appello accorato che invita a mantenere viva la speranza in un mondo frammentato. Il pezzo ha una struttura energica, in cui la band – The Goosebumps bros. (Cesare Nolli alla chitarra elettrica, Paolo Legramandi al basso e Nik Taccori alla batteria) – emerge con forza, regalando una dinamica vibrante e intensa.
Da brividi è Un coro dentro la mia gola, brano dall’andamento quasi progressive che ci connette a cose della PFM di un tempo. La profondità narrativa si amplifica con brani come Un deserto chiamato mare, che evoca immagini di smarrimento e ricerca interiore, e A cantare si resta un po’ soli, dove la musica si fa scarna per lasciare spazio al messaggio: l’arte è una forma di resilienza, ma anche un percorso solitario. L’album si chiude con Vogliamo il meglio che c’è, un inno sincero alla possibilità di sognare, che bilancia disillusione e determinazione.

CD 2: Non disperdetevi

Il secondo disco approfondisce e reinterpreta. Genova duemila e “uno” è il cuore pulsante di questa sezione, un racconto duro per non dimenticare le violenze del G8 di Genova 2001. La musica diventa un grido collettivo, un atto di resistenza contro l’oblio. La versione alternata di Dopo tutti questi anni riduce all’osso l’arrangiamento, rendendo ancora più viscerale la riflessione sul tempo che scorre. Al contrario, il jungle mix di Come stai? e il garage mix di Non disperdetevi mostrano il lato sperimentale dell’artista: le sonorità portano una tensione contemporanea che rompe gli schemi e dialoga con il presente. Tra gli inediti, Libertà e Amore spicca per la sua delicatezza: una dichiarazione d’intenti che collega il personale al politico, esortando a non perdere di vista ciò che conta davvero.

Cesare Nolli, con la sua chitarra elettrica, arricchisce ogni brano di dettagli incisivi, passando con naturalezza da riff graffianti a delicati arpeggi. Paolo Legramandi e Nik Taccori formano una sezione ritmica solida, duttile, una macchina del ritmo polivalente, che sostiene con equilibrio la voce di Anelli, lasciandola al centro della scena. Il lavoro di mixaggio, realizzato presso lo Streetcore Studio, cattura l’anima di questa collaborazione, con un suono che conserva l’autenticità della presa diretta.

Con Dopo tutti questi anni e Non disperdetevi, Michele Anelli consegna un doppio album che è insieme celebrazione e denuncia, memoria e avanguardia. Ogni brano, sia nella sua veste più classica che nei remix, è una tessera di un mosaico che invita a riflettere, a ricordare e a sperare. Questo lavoro conferma l’artista novarese come una delle voci più autentiche e coraggiose del panorama cantautorale italiano. Un ascolto imprescindibile per chi cerca nella musica non solo emozione, ma anche un messaggio potente e necessario.

OffTopic

Fabio Baietti – 20 dicembre 2024

«Dopo tutti questi anni, non disperdetevi!». Una frase, quasi un monito accorato per quello che, d’acchito, pare un unico, monolitico appello. Al contrario, una sommatoria di più parti (due dischi, due titoli, svariate influenze, ancor più numerosi abiti musicali per rivestire testi, a loro volta, in continuo equilibrio tra personale e sociale) che trova, alla fine di tredici brani (e tre versioni alternate…), artistica unità.

Michele Anelli, raggiunti gagliardamente i 60, torna con una sorta di opera omnia, un riportare tutto a casa, musicale e concettuale, di eccellente spessore, che rinverdisce i fasti della carriera, a testa alzata e schiena dritta, dell’ex leader dei mai dimenticati Groovers.

Gli ingredienti usati per tale apice qualitativo sono di gran pregio, ad iniziare dalla superlativa band che ha suonato insieme al rocker di Stresa, bissando la proficua collaborazione artistica che aveva dato alla luce il precedente Sotto il cielo di Memphis.

Parliamo di The Goosebumps bros, già al servizio del chitarrismo eclettico di Maurizio Gnola e di parecchi bluesmen d’oltreoceano, autori delle sonorità incisive dei due dischi, tra echi garage, stilettate rock, brandelli soul e non rare incursioni in territori pinkfloydianiCesar(on)e Nolli lancia assoli come frecce acuminate, le linee di basso di Paolo Legramandi sono l’asse portante di svariate canzoni mentre il drummin’ di Nik Taccori, possente e preciso allo stesso tempo, non consente cali di tensione nella loro ritmica.

Al resto ci pensa un ispirato Michele Anelli. Innanzitutto, con una scrittura che, coerentemente con i suoi valori e la sua carriera, narra di impegno sociale, cita (mis)fatti e luoghi della nostra Storia recente (Genova duemila e “uno”La tensione salirà  e Ricomincio da chi, su tutte); testi intrisi di una poetica che guarda a sinistra, con fierezza, scevra di stereotipi anacronistici. Non manca uno sguardo più intimista ma per nulla avulso dal contesto, anzi: «ci vuole coraggio, aprire gli occhi, affrontare i mostri», «a pensare, si resta un po’ soli», «è quando arriva un po’ di Luce che comprendi il Buio intorno», sono esempi di lirismo che scava nei meandri più profondi delle nostre anime.

Le sonorità dei due dischi, accertata la loro compattezza, ruvida ed onirica in parti uguali, rendono plausibili paragoni importanti, tra Clash e Replacements, Hoodoo Gurus e Wilco, con il mai troppo compianto Tom Petty come nume tutelare del progetto. Un progetto musicale in cui scorre, nemmeno troppo sottotraccia, una costante tensione emotiva-musicale di sicura presa. Ascoltate le versioni alternate, jungle e garage di Dopo tutti questi anni…Come stai? e “Non disperdetevi” per rendervene conto!

Bentornato Michele Anelli, il cantautorato rock italiano ha ritrovato uno dei suoi alfieri!

Il Popolo del Blues

Stefano Tognoni – 12 gennaio 2025

http://www.ilpopolodelblues.com/wp/2025/01/michele-anelli-dopo-tutti-questi-anni-non-disperdetevi/

Ex leader dei novaresi The Groovers, ottima band di roots rock di derivazione americana attiva dal 1989 al 2009 con i quali ha pubblicato sette album in lingua inglese, Michele Anelli ha in seguito perseguito una proficua carriera solista in veste di cantautore, utilizzando testi in lingua italiana. Scelta anomala, dettata forse dal traguardo raggiunto dei sessant’anni di età, Michele Anelli è infatti del 1964, a distanza di pochissimi mesi Michele ha deciso di regalarsi e, soprattutto regalarci, la pubblicazione di ben due album, non un doppio, “fisico”, anche se in realtà avrebbe potuto esserlo, ma due album distinti. Dopo tutti questi anni, il primo, ed a seguire, quasi in simultanea, Non disperdetevi, sedici tracce totali, tre delle quali “alternate takes” tutte a sua firma, perfettamente divise tra i due progetti. Ad accompagnare Michele (voce, chitarra acustica, armonica), un trio affiatatissimo ed al fulmicotone, i The Goosebumps Bros, ovvero i bravissimi Cesare Nolli (chitarre), Paolo Legramandi (basso) e Nik Taccori (batteria e percussioni). Michele è si un cantautore nel senso letterale del termine, in quanto autore sia dei testi che di tutte le musiche dei suoi brani, ma il suo animo ed il suo cuore sono da vero rocker. Vero rock, sia nella scelta dei suoni, che in quella di registrare il tutto in presa diretta, nel suo studio, senza inutili orpelli e sotterfugi. I testi sono parte fondamentale di ogni brano, e spaziano dai temi personali a quelli politici e sociali mentre il sound volutamente spartano delle chitarre, è ottimamente sorretto dalla sezione ritmica potente e precisa. Rock dove si possono scorgere riferimenti al punk ed al beat come alla psichedelia e richiami a sonorità british. Il nostro consiglio è quello di ascoltare Dopo tutti questi anni e Non disperdetevi pensandoli come uno stesso album, una sorta di “bigino”, un “Bignami” del rock italiano dove testi, grinta ed energia ma anche aperture melodiche si amalgamano creando un sound ammaliante e coinvolgente. Dopo tutti questi anni e Non disperdetevi sono sicuramente un punto di arrivo, nella carriera quasi quarantennale di Michele Anelli, ma devono essere al contempo un punto di ripartenza, di rocker così, colti, coerenti ed impegnati, in Italia, ne abbiamo tanto bisogno. Speriamo quindi che il titolo “Non disperdetevi” sia una sorta di esortazione generale riferita non solo in ottica musicale ma anche sociale e politica, ed in questo, la buona musica, può essere d’aiuto.

Radiocoop

Antonio Bacciocchi · 14 ottobre 2024

La lunga storia di Michele Anelli sulle strade del rock ‘n’ roll si sublima con un doppio album che si regala per festeggiare i suoi sessanta anni. Buona parte dei quali trascorsi imbracciando una chitarra in mille esperienze artistiche. Accompagnato dai The Goosebumps, propone quattordici nuovi brani, musicalmente affini alla sua storia musicale (partita con Stolen Cars e The Groovers e proseguita in un ricchissimo e denso percorso solista), più due remix, registrati live in studio, con qualche occasionale sovraincisione. Bruce Springsteen a braccetto con Creedence Clearwater Revival, Clash e la tradizione soul di ruvido stampo Stax Records permeano i due dischi, perfetto riassunto di uno stile di vita più che di un’avventura musicale.

Fotografie Rock

Andrea Musumeci – 9 dicembre 2024

A tre anni di distanza dall’uscita di Sotto Il Cielo Di Memphis, il cantautore Michele Anelli festeggia i suoi sessant’anni con la realizzazione di un doppio album, Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi, registrato in presa diretta nel suo studio e pubblicato da Fandango rec. Con quasi quarant’anni di esperienza artistica alle spalle, accompagnato nuovamente dai Goosebumps bros. (band nostrana formata da Cesare Nolli alla chitarra, Paolo Legramandi al basso e Nik Taccori alla batteria e percussioni), Michele Anelli continua ad assecondare e rinnovare la sua natura calligrafica, con la genuinità e la passione che lo contraddistinguono, alimentando quel mix di personale, politico e sociale, attraverso un sound che sa essere tanto energico e sanguigno, quanto melodico, raffinato, malinconico e riflessivo. Se nel precedente disco l’ex The Groovers e The Stolen Cars si proiettava oltreoceano, nel sud degli Stati Uniti, ripercorrendo le strade di Kerouac e i solchi tracciati dai vecchi bluesman, nelle sedici canzoni di questa duplice release lo troviamo alle prese con un lavoro dal taglio autobiografico e introspettivo, sospeso tra luci e ombre, memorie personali, fatti e contingenze storiche, sofferenza e forte senso di rinascita, libertà e amore: una sorta di ritorno a casa che si delinea nei passi di un tempo già dipinto, sfogliando le pagine stanche dei ricordi (“dopo tutti questi anni, dopo ogni primavera, le parole, i libri, i dubbi in tasca e le canzoni in testa”).

Quella di Michele Anelli si conferma essere una scrittura matura e prolifica che non conosce flessioni, da cui affiorano sia il bisogno di rievocare le molteplici tappe del suo vissuto (come raffigurato nell’artwork grafico a cura di Vanessa Cirillo), sia la necessità di raccontare i cambiamenti di questo mondo, troppo diverso e lontano da come ce lo ricordavamo (“non c’è più il solito ingranaggio oppure siamo noi a non essere gli stessi di prima”). Uno spartito dove parole e musica rispecchiano il connubio ideale per condividere esperienze ed emozioni, come sana e catartica espressione di rabbia, come tentativo di comprendere quest’epoca tanto complessa e apparentemente senza speranza: il lavoro sommerso, il silenzio del conformismo, le stragi di Stato, il dolore muto delle carceri, il naufragio dei migranti in quel deserto chiamato mare. Non è affatto semplice spiegare alle nuove generazioni che domani andrà meglio (“il futuro si apre con uno sbadiglio, il passato si chiude con uno sbaglio”), mentre siamo presi dalle nostre vite dal fiato corto, sempre più egoisti, distratti e complici di tensioni quotidiane che mettono a rischio le nostre relazioni.

Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi rappresentano, dunque, quella visione corale e inclusiva in grado di mitigare la disillusione dell’età e la tristezza che ne consegue (“vieni a sentire con me Joe Strummer, dentro questo tempo fragile, e poi danziamo oltre il vuoto che c’è intorno a noi”), mostrando che, in fondo, la cosa più importante è non arrendersi mai, che c’è sempre un motivo per resistere e immaginare un futuro migliore (“e non dire che le nostre sembran tutte sconfitte, ci vuole coraggio, aprire gli occhi, affrontare i mostri”). Sotto l’aspetto della composizione strumentale, Michele Anelli ci introduce in un affresco emozionale dalle atmosfere eclettiche, ricco di sfumature e contaminazioni eterogenee, dispensando un’espressione stilistica radicata sia nel sentimento del cantautorato italiano sia nello spirito elettrificato di quel rock’n’roll dalle connotazioni anglofone. Sono questi i tratti distintivi che scorrono lungo la tracklist di Dopo Tutti Questi Anni e Non Disperdetevi, a cui si aggiungono le atmosfere dilatate e polverose del desert folk statunitense, il jingle-jangle di chitarre sfrangiate e quei ritmi pulsanti, ruvidi e sferzanti che fanno un po’ Ramones anni 80 e un po’ Litfiba dei primissimi anni 90. Si prosegue nella memoria di sfavillanti ballad mid-tempo, tra morbide venature funky-soul, reggae rock dai rimandi clashiani, riverberi dai riflessi latineggianti, beat italiano degli anni 60 e una pasta timbrica dalle tonalità calde e malinconiche a unire il tutto.

Un doppio album con il quale Michele Anelli prova a (ri)cucire una specie di conciliazione tra i giorni andati e le incertezze dell’oggi, rammentando che è ancora possibile cercare conforto nel cuore di qualcuno e che non è mai troppo tardi per spostare un po’ più in là la linea dei sogni.

Club GHoST

Knife – 5 dicembre 2024

Due album per festeggiare i sessant’anni di questo artista italiano dal nome Michele Anelli. Due album interessanti perchè suonano davvero bene e live, e non poteva essere altrimenti, dato che sono stati registrati dal vivo negli studio personali dello stesso Michele. Si intrecciano sonorità alternative rock e accenni di sperimentazione e progressive. La base sembra essere quella del cantautorato italiano, ma anche la lezione degli anni Novanta di band come Afterhours o Marlene Kuntz sembra aver avuto il suo peso.

In questo caso però il sound proposto è un po’ più mite rispetto agli artisti citati finora, il cantato è in italiano e abbiamo in totale circa un’ora di grande musica rock tipicamente italiana. Michele Anelli è abile nel non scadere mai nel banale e si avvale di validi musicisti per dar vita ad un album scoppiettante e vario. L’artwork è di Vanessa Cirillo, poi abbiamo Cesare Nolli alle chitarre elettriche, Paolo Legramandi al basso elettrico e Nik Taccori alla batteria e percussioni. La voce è ovviamente di Michele. Gli album sono supportati dalla fanzine Wolvernight e pubblicati per la storica etichetta Fandango rec. con la distribuzione digitale a cura della Delta records & promotion.

I pezzi sono veri e sinceri, molto rock e richiamano sicuramente una poesia che si cela soprattutto dietro splendidi testi. Ottimo davvero il lavoro del bassista Paolo Legramandi, come si può ad esempio sentire in “A cantare si resta un po’ soli” e soprattutto in “Un deserto chiamato mare”, pezzi nei quali si sentono anche echi di mostri sacri come The Clash e Police. In generale l’album è accattivante proprio perchè di canzone in canzone non si sa bene cosa aspettarsi e si rimane piacevolmente stupiti, quindi tutti i musicisti meritano un applauso. Anche il secondo album non delude, con perle quali la ballad “Dopo tutti questi anni” o la quasi bluesy “Non sono nessuno”.

Un doppio album che farà felici i seguaci del rock italiano insomma, con elementi sicuramente già espressi da altri, ma comunque sempre piacevoli da riascoltare, se proposti con tutti i crismi, come in questo caso. Consigliato.