Giorni usati – Mick

“Ho in mente questo nuovo album da molti anni” – racconta Anelli – “L’ho disegnato, sognato, respirato per lungo tempo. La realizzazione di questo disco è quanto di più personale e importante abbia mai fatto, perché condensa una musicalità che ho sempre sfiorato ma che non ero ancora riuscito a focalizzare. Sono molto soddisfatto del risultato finale, che sento di poter dire mi rappresenta appieno. E’ stato eccitante e stimolante sentirlo crescere e raggiugere nuovi orizzonti: l’impasto sonoro non è frutto del caso ma di incroci che ne hanno determinato la scelta stilistica. Il tastierista Andrea Lentullo ha caratterizzato e reso reale un mood a cui ambivo da tempo, é riuscito nell’intento di dare luce a quelle idee che erano ancora in penombra. Il contrabbasso di Matteo Priori è il collante fluido, energico e costante di una sezione ritmica variegata per l’apporto di più batteristi: Stefano Bertolotti per l’indole e passione rock, Nik Taccori per le venature soul e l’atteggiamento propositivo in fase realizzativa e Sergio Quagliarella per la sensibilità mostrata nel brano conclusivo del disco. E’ stato importante anche l’apporto degli altri musicisti che si sono inseriti nei brani con dolcezza e passione, come la tromba di Francesco Giorgio e la chitarra targata Rumor di mio figlio Elia. Le parole delle canzoni invece sono l’espressione di più suggestioni, nate attraverso incontri con le persone nel corso del tempo: ogni brano contiene qualcosa che qualcuno,  inconsapevolmente, mi ha donato. Il tema costante del mondo del lavoro e dei nostri tempi è diluito attraverso gli occhi e l’esperienza delle persone. Nei brani, tracce di letture di autori come John Berger, Robert Ward, Patti Smith, Robert Penn Warren, Giorgio Manzini. Lontana la voglia di intellettualizzare il lavoro, tanta la voglia collegare mondi diversi ma paralleli nei contenuti, cogliendone le emozioni”.