Giorni usati

“Giorni Usati”, in uscita il 15 gennaio 2016 per Adesiva Discografica, può essere considerato come una svolta decisiva nell’approccio di Michele Anelli con la musica italiana: se nel precedente disco del 2014 non si erano ancora spenti gli echi che rimandavano alla lunga carriera come frontman, autore e cantante dei Groovers, ora abbiamo in mano qualcosa di diverso, che racconta una nuova visione. In questo senso, l’incontro con il tastierista Andrea Lentullo ha fornito il terreno fertile sul quale coltivare le idee di Anelli, mentre la fisicità ritmica è opera dell’intenso groove del contrabbassista Matteo Priori, coadiuvato da tre differenti batteristi che si sono alternati nei dieci brani: Stefano Bertolotti, Nik Taccori e Sergio Quagliarella. E’ proprio la scelta ritmica del disco a fornire la base dello stile degli arrangiamenti, che in alcuni casi sono stati impreziositi da violini, violoncelli, trombe e infine corni. Durante l’ascolto si percepisce che i brani stanno raccontando qualcosa, rendendo partecipe l’ascoltatore delle storie che i testi rappresentano. Si apre con uno dei due singoli, “Lavoro senza emozioni”, per terminare con il brano che dà il titolo al disco, “Giorni usati”, senza sentire la necessità di correre avanti ma attraverso un percorso che conduce l’ascoltatore di brano in brano. A metà disco, l’entrata in scena di un coro gospel che canta in italiano trasporta verso territori inusuali; canzoni come “Adele e le rose” o “Tu sei me” fanno tanto pensare quanto saltare, cosi come “Cento strade” e il suo riff incisivo. I temi del lavoro e del cambiamento sociale sono affrontati nella tensiva “Giulia” e nella vibrante “Leader”. Nell’insieme, immagini sgranate e idee raffinate, arricchite dalla presenza in cabina di regia di Paolo Iafelice (già al lavoro con Fabrizio De Andrè, Vinicio Capossela e molti altri), disegnano un equilibrio musicale quanto mai denso pur nella brevità della durata totale, che non supera quella dei vecchi e caldi vinili.